domenica, marzo 25

Start a war

scritto di getto, su un foglio di carta, a caratteri imprecisi e fuori riga
[Scarlet Pursuit - cabina]



Io e Montezuma siamo sulla Scarlet.
Non potevo dormire in camera. Necessitavo d'un posto privo di ricordi, di esperienze.
Ho scritto a Brent per spiegare il mio punto di vista. Se Donna riterrà opportuno, mi farò da parte.
Dimissioni.
Non mi interessa. Hall Point non è casa mia.
Non è la mia famiglia.
Nessun luogo è casa mia, niente è la mia famiglia.
Un lavoro, un lavoro in cui sono bravissimo. Per cui vengo pagato il giusto prezzo.
Cosa mi è preso?
Ratliff s'è infuriato. Ovvio.
Non mi interessa.
Il cervello di Ritter non mi da pace: quale spettro m'ha indotto a cercare Roona Wilson?
Ero fuori di me. A livello generale, ho innegabilmente ragione. Il Roadhouse pullulava di gente, munita di occhi ed orecchie, gente di Horyzon, di Greenfield, ben piazzata per assistere al massacro, col biglietto di prima fila. Gente che non starà zitta per fare un favore allo skyplex, sicuramente.
No, logicamente la ragione milita al mio fianco.
Non mi spaventa il giudizio esterno. Non me ne frega niente.
È  il tribunale della mente, il tribunale intimo, che temo.
Il tribunale personale.
Evidente: non sono più padrone di certi gesti, di certe debolezze.
La mia logica strema. Annaspa.
Cedo; le saldature dello spirito lasciano sfuggire troppo di quel che striscia, ansima all'interno del buio.
Le cuciture si sfaldano sotto l'alta pressione, sotto l'accelerazione.
Due mesi fa avrei constatato i decessi e sfinendo la nottata a forza di whisky distratti e disinteressati. In graziosa apatia, tentando di sedare le paranoie di guerra a colpi di nicotina. Preoccupandomi soltanto di calmare i tremori fisici, eredità dello shock post-traumatico.
Invece no.
Ho dovuto, ho voluto avvertirla. Avvertire Roona.
Uccidendomi un poco.
Sentivo i cavalli della furia, gli zoccoli taglienti della paranoia, galopparmi dentro. Sentivo l'ospedale alle spalle, come uno spiffero meschino da una vecchia e logora finestra. Il sapore del sangue di Gibbs, l'immagine della testa di Blackbourne squarciata da un colpo immenso.
L'ho avvertita, Roona. Non potevo sopportare che fosse un estraneo a farlo, un estraneo con la bocca imbottita di bugie del cazzo, farcita di ipocrisie, di... di... Non lo merita.
Io sono un estraneo, forse. Ma un estraneo sincero.

Il Ritter di due mesi fa non l'avrebbe contattata.
No.
Mai.
Cosa cazzo mi sta succedendo?
Dio mio...

La guerra è finita...
Brent ha persino il coraggio di sostenere che la guerra sia finita.
Con due cadaveri stipati sotto al naso, Scott presumibilmente latitante, la guerra sarebbe finita?
I loro discorsi.
Blackbourne a terra, li ho sentiti parlare.
Browncoats codardi... figli di puttana del Core... lì, tra le sillabe, ho avvertito il tanfo nero, ferroso, delle trincee. Il rumore delle ossa spezzate, dei crani frantumati, la gole tagliate, il vuoto sincopato dei cuori che cedono al silenzio.
Pensano che un trattato di pace, una firma, possa addomesticare i demoni delle coscienze? Possa placare la sete della terra, la terra a cui non smettiamo mai di pagare il debito, il debito per la nostra intelligenza che ci ha reso soltanto crudeli in modo più sofisticato?
Pensano di poter strappare un canto di pace dalle gole dei morti nel fango, nello schifo, sedendosi con grazia attorno ad un tavolo e dirigendo l'orchestra del perdono?
La guerra è finita per gli idioti.
Per i ciechi, i sordi di spirito.
La guerra è ovunque.
Ovunque.
Nella memoria, per le strade, dentro la gente che amiamo, che odiamo, nelle fogne, in cielo, tra i campi, nel grembo delle madri, nelle mani di chi scava, nelle pieghe dei divani, negli ospedali, nei templi, tra le dita sapienti delle puttane, nella musica.
Adesso sì, si chiudono i conti. Quelli scoperti allora, con il benestare delle bombe, delle battaglie, delle perdite da compensare. Ognuno vuole il proprio armistizio separato, alle proprie separate condizioni. Rabbiosamente. Sempre.
L'ammiraglio Gibbs aveva disertato, l'hanno trasmesso in rete sino alla paranoia. Ha disertato la pace, l'ipocrisia della pace, poiché attorno a noi non v'è pace, ma solo una guerra coperta di nobili parole, una guerra a cui è stata imposta la camicia di forza, non potendola guarire.
Gibbs ha disertato e posso solamente immaginare il motivo: il sistema è una bugia. Una menzogna male impostata, malmessa, su eleganti gambe di burro.
Scott, la sicurezza di Hall Point (Hall Point, la quintessenza della neutralità), ha freddato Gibbs per vendicare la morte di Blackbourne. Ed io, che ero lì, a venti centimetri dall'ultimo atto, ho vissuto il privilegio di sentirlo parlare. Di contemplare la verità in tutta la propria smagliante atrocità.
Ho vissuto il privilegio d'assistere alla caduta dei veli, della bugia universale in cui ci rotoliamo, di cui ci pasciamo ogni giorno.
La guerra sarebbe finita?
Finita?
Guardatela, la fine, la vostra tanto conclamata, commossa 'fine della guerra'.
William è morto. Nessuno ha pagato.
Nessuno pagherà mai abbastanza.
Per me la guerra non è finita. Mai.
Me la porto dentro come un tumore, una gestazione.
La mia generazione è incinta di odio.
Da anni.
E la gravidanza sta per terminare.

Se stanotte non mi affogo di morfina all'estremo, sono certo che le visioni torneranno a sfilarmi sullo stomaco. Una per una, in processione. Fuori di testa, ancora. La clinica.
Adesso ricordo perché sono partito allora per il fronte; lo rammento bene.
Mi terrorizza constatare che m'arruolerei di nuovo.
Senza riflettere.
Lasciando carta bianca all'istinto.
Perchè sotto il ghiaccio, sotto il ghiaccio c'è la bestia, le radici della bestia che nessun inverno può spezzare e nessun inferno può redimere.
C'è l'odio, ci sono i germogli del furore.

Arriveranno le rappresaglie. Da un lato, dall'altro.
Una escalation, un vortice.
Non attendevano altro. Blu, marroni che siano. 
Le loro statue si sciolgono in lacrime disperatamente; le vendicheranno.

(Quelle parole: 'sono il tuo capitano'. Scott è il suo capitano. Vorrei illudermi che Eir non ne sappia nulla. Niente. Ci riuscirei, se solo non avessi guardato Cole negli occhi, mentre sparava, mentre spariva: se non avessi visto lo stesso fuoco che brucia gli sguardi della donna che amo)

La guerra torna a cercarmi, mi reclama.