[// premessa off: siccome siamo fuori di testa, non ci piacciono le persone vere, ma amiamo tanto i nostri png, abbiamo scritto questo delirio a quattro mani. Speriamo vi faccia ridere la metà di quanto ha fatto ridere noi. Quinnecetera & Nasazar]
Corona, 8 agosto 2499
La casa di Alexandra Keynard è un'ode al buon gusto e alla stravaganza. È possibile ravvisarci dentro quadri di artisti (sempre emergenti ed estremamente contemporanei), il design è pulito e moderno. Non c'è traccia di 'servitù'. In compenso la grande sala in cui è stato approntato il buffet è adiacente al patio dell'ingresso e costituita in larga parte da vetrate. Ci sono già diversi invitati. Tutte facce note e rinomate, facce rilevanti. Alexandra è tornata da Xinhion per le vacanze estive, come suo solito, e come suo solito ha approntato un incontro con inviti selezionati (essenzialmente selezionati dal fratello Seymour, giacché per lei si tratta solo di un'occasione per imbarazzare e stuzzicare l'aristocrazia prossima alla famiglia, più che un convito tra amici. Amici, poi).
Seymour Keynard parla con Ritter padre; Ritter padre rigorosamente in maniche di camicia e capello casuale. Selenie Keynard, la madre di Will, sistema il tavolo in silenzio, con gentilezza, elargendo sorrisi piuttosto silenziosi. Accanto a lei, William. Chioma riccia, bionda, occhi celesti, faccia da cherubino, t-shirt e jeans, sta entusiasticamente spiegando qualcosa alla mamma, con l'usuale parlantina partecipe.
Rachel Ritter interloquisce da lontano con gente a caso, rigorosamente in rosso; ostenta sfacciata l'espressione di qualcuno che sì, non si sta divertendo. Non si sta divertendo da una vita intera.
A vederla, nessuno potrebbe immaginare l'aureola emicranica che stringe le tempie di Alana Collins.
E' come al solito impeccabile, bellissima, elegante nell'abito nero. Sicura di sé, dispensa intorno sorrisi da squalo, pericolosi e affascinanti. Si trascina dietro un figlio e un marito riluttanti, uno più dell'altro.
Byron, almeno, è adulto. E per amore di sua moglie si immerge con garbo in quella società alla quale non ha mai sentito di appartenere.