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[questa pagina vuole essere un simpatico supporto al gioco; tutto quello che un pg può potenzialmente sapere di Eleazar prima di conoscerlo, è riassunto qua]


Cercando informazioni su rete Cortex in merito al dottor Ritter si possono reperire con grande facilità citazioni bibliografiche che ne indicizzano lavori, tutte le pubblicazioni su rivista elettronica, nonché gli elaborati delle tesi di laurea (generale e specialistica) edite entrambe. È agilmente rintracciabile il curriculum e alcuni articoli che lo menzionano in merito alle sue posizioni in ambito medico ed ai suoi interventi nel dibattito sanitario; a ben cercare è visualizzabile persino un'intervista che lo vede protagonista, all'età di venticinque anni.
Qualsiasi materiale di tale fatta si ferma, sostanzialmente, al 2507, anno in cui Ritter parte per la guerra. Da questa data in poi non esiste più nulla, salvo qualche accenno sporadico nel triennio 08-09-10; nel 2509, in occasione della ripubblicazione della sua tesi specialistica (Eleazar Ritter è al fronte e non cura tale riedizione) diversi giornali, in ambito accademico, si occupano della sua sorte, svelando che milita nel gruppo dei Red Ribbons. Essenzialmente, dalla fine del 2511, il suo nome è assente dal Cortex. Tutto ciò che si trova su Eleazar Ritter è datato anteriormente a all'anno 2511.
L'impressione che se ne trae è quella di un grande talento sprecato.

Per maggiori informazioni:


Oltre a tali notizie, più o meno di pubblico dominio per chi abbia la pazienza di cercarle, ce ne sono altre più private, segretate in quanto protette da privacy. Si tratta della cartella clinica di Eleazar ai tempi del ricovero psichiatrico, dopo il suo rientro dal fronte. Questi dati possono essere accessibili sono coloro che posseggano qualche permesso specifico, privilegi sui database sanitari, una solida abilità di hacker o più genericamente buoni informatori.

Le cartelle cliniche contengono i referti medici di ingresso, di permanenza e di dimissione dall'ospedale psichiatrico su Èleria.
I dati riportano che Ritter viene ricoverato in seguito ad una crisi di isteria intensissima, avvenuta nel proprio appartamento a Capital City, una settimana dopo l'abbandono del fronte ed il ritorno a casa.
I paramedici che lo soccorrono, su segnalazione dei vicini, lo trovano in uno stato di shock confusionale, con diversi tagli sul corpo provocati dall'enorme caos di vetri, piatti, vetrine rotte. Gli viene diagnosticato uno shock-post traumatico: ci si rende conto che l'insonnia pressoché completa, gli incubi costanti, le ripetute esperienze allucinatorie gli scatti spaventosi di violenza, rendono impossibile una terapia domestica. Nonostante i rush isterici ed immotivati è solitamente un paziente tranquillo, docile ma scarsamente collaborativo, a livello psicologico. Segue la terapia farmacologica senza miglioramenti visibili. Trascorre i primi mesi in una sorta di penosa catatonia, manifestando unicamente il desiderio di fumare con frequenza.
Dimostra, per tutta la permanenza in clinica, di conservare al cento per cento la propria lucidità razionale, salvo rari casi di follia. I suoi incubi sono popolati di sangue, carne, volti conosciuti, morti, operazioni chirurgiche e incessante rumore di spari. Le allucinazioni trattano essenzialmente di cadaveri e si incentrano particolarmente sulla figura dell'amico William Keynard. I ritorni di violenza emergono così brutali da obbligare, nell'eventualità, il personale a porlo in isolamento.
Non riceve visite dalla famiglia che, pure, si premura di mantenere la sua degenza nell'illustre ospedale privato lungo tutta la malattia. Cosa che Eleazar tutt'ora non conosce, è la costanza settimanale con cui la madre Rachel presenzia in reparto per seguirlo dietro al vetro specchiato durante l'ora d'aria, fino al giorno delle dimissioni. Non salterà una sola, singola seduta.
Qualche collega si reca trovarlo, qualche compagno di corso universitario, alcuni militanti dei Red Ribbons, ma niente di regolare. Riceve costantemente mail dal dottor Larousse a cui risponde cortesemente, ma in modo laconico e poco dettagliato. Si affeziona ad un gattino nero nato nel giardino della clinica e scampato alla soppressione del personale; quando minacciano di portarglielo via raggiunge tali livelli di rabbia furiosa da convincere i medici che lo seguono a desistere dal proposito.
Passato il periodo iniziale, comincia a scrivere un diario che, stranamente, concede in consultazione alla psichiatra presso la quale è in cura. Si procura una macchina fotografica (è la madre a spedirgli la sua, senza specificare il mittente) e tramite gli scatti, un migliaio di scatti, le cure, riprende progressivamente contatto con la realtà.
L'ultima stagione all'interno della clinica è piuttosto pacifica. Le crisi si diradano, gli incubi si fanno meno vividi e William smette di comparirgli del tutto. Diviene maggiormente affabile, collabora con l'equipe, spesso da una mano ai medici nei compiti più semplici, in virtù della sua preparazione in materia. Inizia ad ostentare il carattere attuale, distaccato, cinico, apatico, flemmatico, disilluso che lo caratterizza anche adesso. Un carattere che Ritter ha sempre posseduto, esasperato dalla guerra in modo lampante. Nonostante i sospetti d'una dipendenza da morfina sviluppata clandestinamente (sospetti certificati medicalmente, a dire il vero) la dimissione giunge puntuale a metà del 2512.
Non viene mai stilato un vero e proprio referto di guarigione, la sua cartella clinica non presenta le specifiche per la chiusura della pratica, tuttavia la questione viene aggiustata rapidamente e liquidata altrettanto velocemente.
Ritter, almeno apparentemente, si mostra guarito e pronto ad esercitare la professione.
Eleazar stesso, tuttavia, è cosciente di aver avuto una spinta dall'alto, portata dalla medesima mano che lo considerò in salute. Non si sbaglia: la mano della madre Rachel.