lunedì, marzo 12

Conscience

scritto e archiviato sulla memoria dell'holodeck
[Hall point- monolocale]


Oggi ho trascorso l'intera giornata con il cadavere della donna trovata ieri nelle fogne. Mi sono fatto sostituire da Foster, benché mi spettasse il turno pomeridiano; ha anche tenuto a precisare che non vuole essere rimpiazzato stasera e stanotte, in risarcimento. Deve avermi trovato piuttosto provato, non lo so. 
Sparare m'ha procurato un certo effetto. 
L'ultima volta che ho esploso un colpo d pistola contro un essere umano è stato al fronte. Non ricordo bene le occasioni precise, è accaduto in più momenti della guerra di dover uccidere con la benedizione d'un proiettile. Probabilmente però, l'ultima pallottola l'ho elargita a Serenity. 
Rammento il ragazzo, per esempio. Avrà avuto quindici anni, poco più. Il browncoat gli stava larghissimo, apparteneva al padre. Mi disse che ci doveva essere almeno un McCoy al fronte (incredibile, ricordo il nome) e da quando il suo vecchio era morto sul campo lui non poteva certo tirarsi indietro.
Questo, prima che me lo riportassero con una gamba di meno e mezzo busto sfracellato da una granata a grappolo. Non c'era modo di salvarlo e ringrazio il cielo d'aver avuto l'esperienza e la freddezza di deciderlo subito, risparmiandogli ore ed ore di inutile speranza ed altrettanto inutile dolore operatorio. Era cosciente, perfettamente cosciente. E terrorizzato. Non so chi gli avesse promesso che l'avrei guarito; che il dottor Ritter l'avrebbe guarito. Forse se lo era promesso da solo. Pensai immediatamente a fargli un paio di iniezioni di anestetico, seguite da una terza, il sovra-dosaggio fatale. Di solito adoperavamo tale politica, con i casi irrecuperabili. Il problema era che l'anestetico scarseggiava e non potevo permettermi il lusso di impiegarlo a perdere, su un cadavere certo. Ci sarebbero stati altri soldati, più fortunati di McCoy, a cui quell'iniezione e un intervento tempestivo avrebbero salvato la vita. Le comunicazioni con la seconda linea erano impossibili; rischiavamo di non incamerare ulteriori rifornimenti per una quantità di tempo indefinita. Guardai i suoi compagni. Anche a loro dovevano aver promesso che il dottor Ritter l'avrebbe salvato: non si capacitarono della mia occhiata eloquente. Mentre McCoy si dimenava chiesi se qualcuno era disposto a sparargli. 
Nessuno, ovviamente, si prese la croce sulle spalle. Mi feci prestare una semi-autmatica dal tenenente Harrison (giacchè nessuno dei commilitoni di McCoy tollerava di prestarmi la propria) e lo finii con un colpo alla nuca. Quando lo sollevai, prima di sparare, mi domandò se sarebbe guarito entro il termine della guerra, se sarebbe potuto tornare operativo. Gli dissi di sì. 

Lydia è venuta a bere qualcosa da me, dopo la passeggiata nelle fogne. Le ho lasciato fare una doccia e poi mi sono lavato io. Ci siamo finiti un paio di bottiglie di pessimo vino. Non le ho raccontato di McCoy. Sarebbe davvero complesso spiegarle come per me tutto si misuri col passato. E' una bugia dire che sono stato male per quella donna; sono stato male per McCoy, ieri notte, e tutte le volte che mi capiterà di sopprimere qualcuno continuerò a stare male per McCoy, non per quel qualcuno ogni volta diverso. Non esiste scappatoia, non c'è modo di liberarsi da questa cosa e iniziare a 'soffrire' per il presente. 
Lydia è una buona amica, non mi succedeva da tempo. Dopo tutto, parlare con le donne è più semplice, per quanto Evans possegga una femminilità piuttosto latente. In sua assenza mi sarei semplicemente imbottito di morfina. 
Oggi ho collaborato tutto il pomeriggio coi primi sintomi dell'astinenza. Non ho mai confessato ufficialmente a Foster che mi drogo, ma suppongo se ne sia accorto. Di qui la dispensa dal lavoro ed il permesso di dedicarmi unicamente all'autopsia. Un ottimo medico. Anagraficamente, potrebbe essere mio padre; ciò lo spinge a chiudere un occhio sulla roba misteriosamente scomparsa dall'infermeria. Lui lo sa: finisce nelle mie vene; ma sembra aver sottoscritto un tacito accordo per cui i miei innumerevoli e gratuiti straordinari coprono le spese del vizio.

Ho accettato la proposta di Roona. Mi ha promesso diversi soldi, per questo lavoro e non so nemmeno se li prenderò. Proporle di impegnarmi gratis sembrava poco rispettoso nei suoi confronti e non volevo liberarmi dalla responsabilità che ti pone sulle spalle un ingaggio remunerato. Tra gli scatti di prova ne ha trovato uno in cui compariva suo fratello, Russel Wilson. Una coincidenza diabolica. Non ricordo nulla di lui. Ho scrutato la foto per un'ora, dopo il mio rientro a casa (la copia digitale è su uno dei miei hard-disk); il viso di Russel non parla. Rammento la ragazza, invece, quella a gambe incrociate, col fucile sulle spalle. Si chiamava Adele, o Adeline... M'è rimasta in testa perchè incinta di quattro mesi. L'ho visitata diverse volte, al fronte; mi innervosiva: non voleva la doppia razione, dicendo che se gli altri mangiavano per uno lei non aveva il diritto di mangiare per due. Invece ce lo aveva e come. Dopo Shijie, niente più notizie. Veniva da Shadetrack, se non erro. Non ho mai capito chi fosse il padre del bambino (forse nemmeno lei). 
Roona avrà si e no vent'anni e gestisce la Wyoming. Ha la testa sulle spalle (molto più di Eir che ne ha trentatre). Per quel poco che m'ha raccontato Abel deve essere una ragazza d'una bontà e d'una correttezza disarmanti.
Questa storia della schiavitù le fa onore, in un certo senso. 
Però non credo risolverà niente. Ho smesso di credere alla sensibilizzazione dell'umanità da quando, a tre anni da una guerra disastrosa, c'è chi già vorrebbe cominciarne un'altra. 
Le ho spiegato che non sono un tipo particolarmente emotivo; la mia empatia esiste esclusivamente dietro l'obiettivo. Parto per me stesso: ho voglia di rimanere solo, con la sola responsabilità di regolare il diaframma e la velocità di scatto. 

Eir sarabbe contenta di sapermi impegnato in qualcosa di umano.