lunedì, maggio 20

Before they make me run


[ Tauron - Maggio 2515 ]



« Rooster, cristo santo cristo santo, falla finita di toccarmi i capelli, o mi taglio la testa »

« È questo ciuffo! È questo ciuffo, Ritter. Lo tolgo? Ci metto un attimo, guarda...»

« NO! Nonononono... Jack, non ci provare, posso... posso... rendere questo matrimonio un inferno»

«Non fare la vacca. Ci sono cose che devono essere fatte. Vieni qua»

«Ho ettari di pascoli sconfinati in cui scappare... deponi quelle forbici e torna ad allungare il tuo orlo, sia mai ti si vedessero le caviglie»

«Cioè? E' sconcio? ... Aye, anche secondo me un paio di centimetri in più non sarebbero male»

«... Cecilia, ti prego, la smettiamo con questi timbri? È la quinta volta che mi lavo il viso... Cecilia...»

«Ritter, lascia che la bambina si esprima. Ho letto sul cortex che i bambini devono esprimersi. Esprimersi»

« Rooster, ti prego... CECILIA!»

«Non urlarle alla bambina!»

«Ma... non stavo urlando...»

«Aye, stavi urlando invece. Guarda. GUARDA! L'hai offesa. Contento adesso? piccoletta, aspetta... Chuck, vieni dalla zia...»

Jack esce dietro a Cecilia, brandendo l'abito in una mano. Ritter solleva la cassa che si era chinato per prendere e, sbuffando tra i denti, la sposta sul tavolo. Fa per aprirla. Un conato di stanchezza gli gonfia un respiro più denso degli altri. Strofina il volto, il mento. Si scompiglia i capelli, vanificando l'opera del capitano. Si butta seduto. Sfrega la nuca. Getta la testa all'indietro. Chiude gli occhi. Sorride, infilando una sigaretta in punta al ghigno ironico. 

«Certo Ritter che per essere uno che si sposa c'hai un po' una faccia da funerale eh»

Eleazar apre appena gli occhi cerchiati di scuro. 

«Grazie Cox, sei splendidamente rincuorante»

«Prego prego. Ci sono a posta. Vuoi un caffè?»

«Naturale. Dov'è Neville? Ha intenzione di darmi una mano, anche solo per sbaglio?»

«Dorme. Testuali parole: voglio troppo bene a Ritter per rendermi complice del suo matrimonio. Roba simile»

«....»

«Zucchero?»

«No, no, niente zucchero»

«Uff, eppure un po' di zucchero non ti farebbe mica male, con quella faccia da...»

« Funerale, Cox, ho afferrato il concetto»

«Sei acido peggio di una vecchia ciabatta. Ecco qua il tuo caffè SENZA ZUCCHERO. Torno a preparare. Non poltrire troppo, eh. Ah... un'altra cosa. Datti una sistemata a quel ciuffo, per la miseria. Sembra l'ala di un pollo cascato nella pece»

«....»