martedì, maggio 21

Hallelujah




[Tauron, Madison Ranch, 21 Maggio 2515]


Sono andati a dormire.
Alcuni in un letto, altri sui prati circostanti. L'alcol li ha scortati fedelmente al magnifico epilogo. 
Cecilia è stata portata in camera dalla zia Rooster, rinsavita al ruolo di 'angelo custode' dopo qualche ballo di troppo. Huck e Hyena continuano ad aggirarsi tormentati tra i fondi di bottiglia, una coppia senz'altro curiosa, considerando il completo del dottore e... non esiste una parola adatta a descrivere l'abbigliamento del pilota orbo. Non una parola consona al lieto evento d'un matrimonio. 
Andre nuota felice tra le puttane amiche di Bogart. L'espressione restituisce perfettamente l'idea del momento, in tutta la propria amenità. Cox ha trascinato via Neville (con tanto di velo nuziale in testa), separandolo (con molto dolore) dallo sposo. 

Albeggia. La luce fresca della mattina agita i nastri bianchi che impigriscono ai rami della quercia. Qualche petalo si mischia ai cocci, agli avanzi, all'erba umida (e ad un pungo di riso). Il mattino si colma con calma di limpidezza.
Ritter è seduto al pianoforte. La camicia sbottonata, del tutto, si accascia sugli spigoli del corpo, i cui angoli sono ingentiliti dalle ombre sonnolente delle sei e trenta. Da qualche traccia di sudore ancora tiepido. Le ciglia si intrigano ai capelli, i capelli al verde addensato degli occhi. Infilate dietro l'orecchio, un paio di rose sfatte. Tiene le mani aperte, sospese sulle ottave ingiallite, immergendo le dita nella sbornia indolente, a carezzare l'aria. Fuma, alla fine. 
Eir è seduta sul pianoforte. I ricci anarchici trascendono lo stadio del semplice disordine, della semplice agitazione, disegnando curve pericolose al bordo dello sguardo soffuso dall'alcol, dalla stanchezza. Porta ancora il vestito bianco, ma s'è sfilata le scarpe. Sopra l'abito, una giacca nera; con le code e i bottoni dorati: parte del completo del marito. Ride. Inghiotte un sorso di vino. Si strofina la bocca rossa con il dorso del braccio, finendo con le pupille dentro il riflesso della fede. La perlustra, quasi fissasse una sorta di insetto esotico. 

«Sono troppo sobrio per farlo»

«Checcazzo dici; sobrio. Hai... ballato.... un... un... con Patchouli...coi fiori tra i denti»

«Tango. Un tango, tesoro»

« Tango? Tesoro? »

«Tango. Tesoro.»

«...E tu saresti troppo sobrio per...»

«Lascialo stabilire all'esperto. Ho una laurea in medicina»

«E io ho una laurea in alcolismo»

«Sterling, era una battuta atroce»

Ritter ride. Sterling soffia, inghiottendo dal bicchiere e prendendo a mordicchiare il bordo.

«Puttana... Istrice! Puttana istrice»

Gli sistema la rose dietro l'orecchio. 

«Meno parlare, più vino, donna di poca fede»

Eir inclina il collo della bottiglia finché Eleazar non s'accosta con la bocca, ingollando tre sorsate consecutive. Un respiro. Tentenna le nocche. 
Guarda la moglie. Sorride, la curva scura sotto lo zigomo fa il paio con le virgole opache sopra le guance, a vessillo di un'indomita insonnia. Respira. Schiarisce la gola. 

Inizia a suonare. Nonostante lo stato pietoso, le mosse scivolano sui tasti, eleganti, persino appassionate.  Senza perdere di grazia, ondeggia un po' con le spalle magre, un po' troppo con il capo spettinato. E soprattutto, canta. La voce vibra intonata, arrochita negli angoli dalle infinite sigaretta. Un tono alto, spigoloso, ma gradevole. Qualche stecca, e passa la paura. 










"And she tied you to her kitchen chair 
she broke your throne and she cut your hair 
and from your lips she drew the Hallelujah"







(safeport, baraccata, 2514)



05:59 Eleazar [Officina donoway]   « La ascolta, la fissa. Trema leggermente, per il freddo. La guarda senza stancarsi e si rende conto del motivo per cui, probabilmente, non riuscirebbe ad arrabbiarsi neanche se si impegnasse. È eccessivamente bella ed eccessivamente matta. Butta la sigaretta in strada, a metà, facendo roteare al suolo una piccola luce rossastra. Infila le mani in tasca, si avvicina, l'angolo delle labbra trema in un sorriso instabile; non pare furioso, anzi. Sembra che stia preparando lo scherzo più sado-masochista del 'Verse. Eppure c'è qualcosa di infantile, di confuso nella sua ostentata insolenza » Rooster è il minore dei tuoi problemi, da ora in avanti « la rassicura, accorciando le distanze sino quasi ad annullarle. La scruta, dall'alto in basso, accartocciando le spalle sul collo » Bene « prende tempo, spedisce le pupille a pascolare nel buio, poi le riporta, reticenti, su Sterling » Sì « continua, faticando a smorzare la risata che lo agita, ancora, interiormente » Dunque « non sarà semplice, quanto meno » Premetto: è colpa tua. Solo tua « specifica, caricando il colpo in canna. Si riempie di ossigeno, dell'aria pungente della prima mattina, di tutto il proprio sconsiderato coraggio emotivo » Sposami « ecco fatto. Gli pare di aver fatto esplodere otto quintali di tritolo in Carpatia Square »

06:08 Eir [Esterno offcina]   « Il fatto che la proposta sia preceduta dalla specificazione "problemi" è un ottimo inizio. Poi c'è il fatto della colpa. Stupenda. Ed infine, la ciliegina sulla torta, nonchè il nocciolo della questione. Sposami. Le braccia ancora lungo i fianchi, addosso i pantaloni da meccanico, la canotta, una pelle indifferente al clima, una semiautomatica, un cespuglio di ricci in crisi d'identità, gli occhi verdi sgranati, resta lì, come un palo inebetito. Forse il capo si piega un po' di lato, come a rimettere in water l'angolazione della realtà » S... « Le palpebre vibrano sugli occhi, sotto pressione delle sopracciglia e sotto una lieve scossa del capo. Sta per chiedere se è uno scherzo. Ma l'espressione distrutta di Jack e quella assurda sua consigliano tutt'altro. Il cervello tenta di divincolarsi, come un pazzo. Di capire » P... « Perchè. Tenta di ragionare, e non ci mette molto ad intravedere un filo di logica cucito da Jack per tenere insieme i pezzi di Almost Home ed i pezzi della sua vita. Non è stupida. Deglutisce » ...Se no? « Le sopracciglia aggrottate in una specie di terrore strano. Forse più per lui che non per sè. »

06:22 Eleazar [Esterno offcina]   « La guarda arruffarsi in se stessa; dilata gli occhi, rabbrividisce per il freddo, si acciglia appena. Un accigliarsi senza severità, d'una perplessità quasi divertita. Il sorriso si apre in una risata nervosa, incredula, elargita tra i denti bianchi; il viso scavato, le fosse che si incidono sotto gli zigomi, ne accentuano il lato terribilmente imprudente, ilare, avventato » No, dico, ti sto chiedendo di sposarmi; e te lo sto chiedendo in maglietta, a sei gradi di temperatura, nel buco più schifoso del 'Verse, a mezz'ora di distanza da una scampata esecuzione... e tu... tu non trovi miglior risposta di... 'SE NO'?!? « il tono ha un'impennata di teatrale incredulità, di rimprovero recitato, di finta costernazione » Mi devo inginocchiare? « le domanda, in modo ironico. Poi si ferma, serrando le dita dentro le tasche dei jeans. Ripone la risata, schiarisce la voce. Imbottisce il corpo d'ossigeno, espira. Il cuore batte una serie inconsulta di colpi, di scariche a vuoto. Distoglie lo sguardo, per l'ennesima volta, le offre il profilo » Tanto ti avrei sposata comunque, prima o poi « e questa, probabilmente, è una grossa confessione, proferita a mezze labbra »

06:32 Eir [Esterno offcina]   « La maggior parte delle persone nasce con un paio di invisibili antenne sociali. Di quelle che ti permettono di relazionarti con gli altri senza morire, e senza distruggere l'animo della gente passandoci sopra col tagliaerba. A lei devono averle tranciate alla nascita, ovviamente. Ci mette un po' per riprendersi. L'espressione scioccata si tramuta lentamente in un mezzo sorriso, incredulo sul serio. Soffoca un'altra delle sue espressioni assurde. Soffoca l'urgenza di dichiarare la propria diffidenza ufficiale nei confronti dell'isituzione del matrimonio. Soffoca qualsiasi altra cosa. Prende un bel respiro, capendo che non c'è molta scelta. Sta per esibirsi in un "evabene" stressato e rassegnato quando lui si ferma, offre il profilo, e ribalta di nuovo tutto. Le labbra socchiuse, resta fissa nella propria posizione impalata, percossa da un brivido poco evidente, al di fuori. Qualcosa che smuove tutto. Espira forte, d'un fiotto, aggrottando le sopracciglia. China un poco il capo, iniziando a sciogliersi. Un passo verso di lui, a prenderne la mano in un gesto famelico, di appropriazione quasi animalesca. La stringe, annuendo piano, alzando lo sguardo su di lui. » Ti sposo. « Una sorta di fitta percorre la parte sinistra del viso, dall'angolo della bocca alla tempia. Una sorta di realizzazione, probabilmente. Nulla di meglio per alimentare il terrore. Nulla di meglio per ignorarlo »

06:42 Eleazar [Esterno offcina]   « Le lascia la mano, un po' dubbioso, continuando a soppesare l'alba di Safeport. Non la guarda, evita di trucidare la propria dignità sino all'ultima goccia. Il profilo si distende appena, alla sua risposta. Scopre di nuovo i denti, si passa le dita libere in faccia, assottigliando lo sguardo mentre sbuffa un ricciolo d'aria. Nato su Corona, da una delle più illustri famiglie del 'Verse, si trova attualmente a proporre un matrimonio su coercizione, nel posto più losco del sistema, ad un meccanico alcolizzato ed indipendentista. Invierà sicuramente le partecipazioni a casa, collezionando una serie serrata di infarti. Impagabile » Meno male « specifica, per stemperare la tensione che sta arrovellando le sue delicate budella. Tira su col naso, deglutisce, finalmente costringe gli occhi in quelli di lei, in un crollo inesorabile. Ride di continuo, nonostante provi a non farlo, nonostante provi a smettere. Il cervello sta cortocircuitando di brutto »

06:49 Eir [Esterno offcina]   « Percepisce la sua risata, se la sente davanti e dentro, mentre inizia a scuotere i nervi. Non sa se partecipare all'isteria o mettersi a piangere, o prendere a testate il muro. Glielo si può leggere in faccia. Opta per un soave piantar di corna nel suo sterno, le mani che si calano sulle sue spalle » ...Meno male, si. « Concora. Morde il labbro inferiore, dilaniandolo più di quanto non abbia già fatto e sicuramente più del dovuto » Ha anche fissato una data? « Indaga, un bofonchiare semincomprensibile contro al suo petto. Tenta di lasciare che le spalle si abbassino, tenta di riprendersi la faccia. Rinuncia, finendo per appicciarla a lui »


07:02 Eleazar [Esterno offcina]   « Inizialmente resta interdetto, quando lei gli si butta addosso. Poi, la abbraccia lentamente, appoggiandole il mento sulla testa e strofinandoci il volto quel tanto che basta a restituire concretezza al paradosso attuale. Eir potrà avvertire chiaramente che, al di là dell'arroganza, della strafottenza, il cuore di Ritter si sta esercitando in complesse capriole. Le serra le dita tremanti sotto le scapole, attorno alla stoffa della canotta » No. Ha promesso di trascinarti in chiesa per i capelli, però « pausa » Insomma, abbiamo la benedizione di Rooster « 'benedizione' è la parola migliore che potesse scegliere. Il revolver di Jack, un revolver chiamato BENEDIZIONE. Si ferma, freme per la temperatura ostica, la pelle chiara sollevata in un brivido ruvido, evidente » Eir... « mormora, preludendo ad una qualche forma di discorso serio, ora che l'euforia sta lasciando spazio alla realtà. Una realtà disastrosa e spaventosa, seppure vagamente esaltante. In confronto alla morte, almeno » Sei terribile « sbuffa, rinunciando a qualunque altro chiarimento. Sarebbe inutile. Sarebbe stupido. Tanto non ci crede più nemmeno lui » È terribile « ironizza, cercando di farle sollevare la testa con mosse insistenti del viso sulle sue tempie »

07:11 Eir [Esterno officina]   « Alla parola "chiesa" il volto viene attraversato da un'altra smorfia, dalla consapevolezza che le promesse fatte davanti ad un dio a cui non crede varranno poco. Non protesta, il solo fatto di poterlo ancora stringere è assurdo. Alza la testa lentamente, accmpagnata dalla sua, fino a ritrovarsi a quella distanza limite dove il contorno verde dei suoi occhi inizia ad essere sfuocato » O forse è solo...tipo... « Alza una spalla, senza staccare lo sguardo dal suo » Che viviamo. « Ma non ha il tono di un'osservazione passiva ed oggettiva. Ha il retrogusto di chi sfilerà gli artigli, per proteggerla, quella vita. Una matassa costretta assieme di cuore ed ideali. Jack non avrebbe potuto eseguire un lavoro di sutura migliore. Si parcheggia nei suoi occhi, assaporando i brividi dell'alba »

07:22 Eleazar [Esterno offcina]   « La fissa, non replica. Ne assorbe lo sguardo, la scruta in modo strano, cercando di valutarne il viso, i contorni, da una prospettiva quasi oggettiva. La notte che parlarono al ranch, secoli fa. Un altro universo. È da cavare il fiato. Passa la lingua fra le labbra, le arriccia in un'ennesima smorfia sorniona, ma drammaticamente spossata. Si guarda attorno, furtivo. Poi le fa scivolare le mani alle cosce, flettendo appena le ginocchia. Ovviamente la vuole sollevare da terra, d'improvviso » A proposito di 'vivere'...sto crepando di freddo « pausa » E sarebbe un peccato, renderti vedova prima del tempo « nel caso l'abbia presa in braccio, probabilmente, parlerà con un filo si sforzo nella voce. E se la riporterà in officina, tanto per discutere un po' di massimi sistemi. C'è di buono che incassa bene. Gli capita spesso, quando non pensa alle conseguenze » (end)