giovedì, novembre 29

Awake my soul




« Elia? »
« ... Eleazar?! »
« Dove sei? »
« Sa'ar... come... »
« Dove sei, rispondi »
« Ah... eh...»
« Rispondi »
« Sono...Sono anni che non... »
« (il tono aggressivo, violento ed urgente) Cristo, Elia, ti ho fatto una domanda, rispondi alla domanda »
« (silenzio attonito, arreso) ...A casa... Sono a casa »
« (silenzio) D'accordo »
« ... »
« ... »
« stai... stai bene? »


Ritter ha interrotto la conversazione. Nessuna risposta. 
Elia, col pad in mano, trema appena nell'aria fredda di Corona. Certi momenti non andrebbero affrontati in camicia. Solo, sul balcone, guarda all'interno, la sala da pranzo illuminata. Elena parla con sua moglie Jessica, i genitori di Jessica parlano tra loro. Rachel lo fissa. Oltre i vetri. 
Gli occhi azzurri, occhi da artico, gli occhi delle glaciazioni, lo fissano senza via di scampo. Sembra non esista nient'altro, sembra non esista nient'altro oltre lei e la speranza brutale, malata, che la divora dall'interno. Sa sempre tutto, Rachel... al di là dei muri, al di là delle finestre, di miglia e miglia di spazio disabitato. Elia distoglie lo sguardo, ripone il pad in tasca. Ingoia. Prende fiato. Perde fiato. Allarga il nodo della cravatta. È persino troppo confuso, per essere triste. Confuso e impotente. 

Eleazar esce dal The Machine, sta piovendo. È già sera. Solleva gli occhi oltre la tettoia, smaltisce il nervosismo aspirando con foga la sigaretta. Poggia la schiena al muro, in maniera pesante, quasi sbatacchiandoci contro. Si strofina il viso, la testa. Cerca Polaris, tra gli stracci di nuvole in dispersione. Cerca St.Andrews. 
Ripassa volto a volto le facce dei soci di suo padre. I soci dell'Hunter's League. 
Morris, Gladstone, Yancey, Shawn, Norton...
 Sorride, ed è un sorriso strano; butta il mozzicone oltre i gradini di legno, lo guarda arrotolarsi nel buio, spegnersi. Ripassa volto a volto quelle facce, e quel sorriso le decapita. 

Fottuti stronzi del cazzo, bruciate all'inferno. 

È l'unica cosa, l'unica cosa che gli viene in mente. Niente di articolato, niente di sofisticato. 
La rabbia. Sarebbe bastato un messaggio. Un messaggio, per salvare la vita di svariate persone. Lui, quel messaggio, non lo ha mai mandato. C'entra un certo senso di rivincita, c'entra un certo senso di vendetta. C'entra un certo senso di giustizia. 
C'entra suo padre. 
C'entra Sterling. 
C'entrano tutte le scelte che ha fatto. La medicina, la guerra. Le scelte che lo definiscono, molto meglio di qualsiasi parola. 
C'entra sua figlia.